Villa Saibante - Monga (Villa Costanza)

Attualmente la villa porta il nome della fondatrice (Costanza Caldera di Bergamo) dell'istituto religioso che ne è proprietario dal 1953: le Pie Madri della Negrizia. I Saibante ne furono i padroni da fine '500 fino all'inizio del secolo scorso, lasciando la proprietà per estinzione del ramo. Subentrarono in seguito i Monga. Le strutture oggi visibili sono databili ai primi decenni del '600. Il palazzo ha forma a 'U' rovesciata con due facciate. Quella principale ha un corpo principale e due ali perpendicolari ad essa; quella rivolta a nord guarda una fontana con gruppo marmoreo. Al pianoterra si trova un porticato che percorre i tre lati del palazzo. L'ala ovest, che incorporava già dei rustici, è stata in seguito innalzata, mentre nel tardo '700 era probabilmente adibita a scuderie.  Le finestre del piano nobile sono rettangolari, mentre il centro della facciata si sporge all'esterno con tre finestroni decorati da una religiosa dell'istituto. Il cortile è chiuso da un muretto in cui sono collocate sei statue mitologiche precedute da due leoni in tufo. Al suo interno si trova un pozzo del 1623. All'interno del palazzo vi sono due vasti saloni: uno, con pavimento in cotto e soffitto a cassettoni, l'altro nel corpo centrale e affacciato al cortile ha il soffitto a stucchi decorati e pareti affrescate con paesaggi. Oggi è adibito a cappella. Nel primo salone, decorato ad affresco dal veronese Paolo Ligozzi (1629), alti piedistalli sostengono due telamoni recanti due capitelli ionici su cui poggiano le travi del soffitto. Dipinti di condottieri e rappresentazioni dei continenti sono inseriti rispettivamente in finte nicchie e nelle sovrapporte. Dell'antico giardino rimane poco: la fontana e una grotta artificiale. Il parco venne devastato dai tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale. Vi si conservano ancora alcuni pezzi architettonici derivanti dalla raccolta di Andrea Monga.
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